La Linea dell'Inutile

Al Quinto Piano – Milano

Posted in food by maurozz on aprile 8, 2013

C’e’ stato un tempo in cui entrare in un ristorante per primo mi metteva un po’ di ansia. Poi c’e’ stato un tempo in cui non mi faceva effetto. Poi c’e’ adesso, che ‘ un periodo in cui entro volentieri in un ristorante per primo e mi metto a guardare a zonzo come un ispettore dell’igiene in libera uscita. Senza rompere le palle ma con chiaro atteggiamento da rompiballe.

Cosi’ e’ stato al V Piano (V per quinto), nuova avventura di Matteo Torretta a Milano, dentro un hotel. Che e’ un po’ un mezzo incubo in Italia … e’ vero, La Pergola di Beck sta dove sta da diverso tempo ma in media i ristoranti degli hotel in Italia sono appunto un incubo.

Di Matteo Torretta ricordo un piatto “semplice semplice” provato al Taste of Milano 2011. Sotto un cielo bello carico di nuvole c’era un brasato a cottura geologica servito, se non ricordo male,  con il cucchiaio e un unico grano di sale posato sopra. Da allora decisi di provare i suoi piatti … solo che questo personaggio di giri ne ha fatti e non e’ che potevo stare a corrergli dietro.

Alla fine l’ho ritrovato in questo spazio misto moderno-barocco (che non so nemmeno cosa significhi ma rende una certa idea) con tendenze da ristorante di hotel (le sedie).

Finto risotto di finocchi al sentore di Sambuca, dove un taglio di finocchio ridotto alla dimensione di chicco e opportunamente mantecato lascia la consistenza di un chicco, forse al dente, ma comunque di risotto vero. Curiosissimo piatto che il sentore e la spuma di sambuca spediscono dritto agli strambi anni ’80. Un’idea assurda che pero’ convince.

“Riso e legno” e’ invece un risotto vero, di gusto pieno perche’ raccolto intorno a whisky e foie gras a tocchetti. La cosa buffa dei ristoranti da hotel, almeno di hotel di categoria interessante, e’ che devono sforzarsi di produrre una traduzione del menu anche per gli ospiti stranieri, in inglese in questo caso. Ora: “Riso e legno” e’ un nome davvero giusto per questo piatto perche’ la combinazione rimanda molto al senso del legno ma in inglese ? In inglese una mera lista degli ingredienti non rende purtroppo il merito dovuto (anche se mi aiuta a ricordare gli ingredienti).

Poi si passa all’astice in viola (alla barbaietola e forse verza, ancora pessima memoria), che prendo spesso per curiosita’ e quasi mai per sommo gaudio … smettila mi dico, ma non ce la faccio. Gonfio di incultura anni ’80 penso sempre che faccia gourmet/figo … invece mi delude, e non e’ colpa dello chef, e’ proprio che il crostaceo in questione non mi riempie la bocca, e’ come se restasse poco sapido. Molto piu’ interessante un gambero come si deve. Non male, solo un po’ cosi’: anonimo.

Infine spalla iberica e il sottobosco: ancora un sapore forte e pieno, olive e erbette ma  con aglio “dolce” a semplificare il risultato. Robusto.

Del tiramisu’ meglio non parlare, barocco a livelli astrali sotto un’aria apparentemente normale.

Una Risposta

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  1. Pig said, on aprile 16, 2013 at 12:30 PM

    mi par d’intendere che vi ritornerai e a quel punto ricorda: meglio un gambero… 🙂


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